Inizialmente costruite da alberi di ulivo
o sambuco, successivamente dal nespolo o perfino dall’eucalipto, mentre per la tavola armonica si utilizza l’abete decisamente più elastico. Parliamo di una vegetazione
presente prevalentemente in zone calde, e non è un caso che questo strumento sia noto in Grecia, Bisazio o Sud Italia. Quest’ultima ricoducibile per forza alle due precedenti a causa delle
entrambi dominazioni spintesi fino in Italia in secoli passati, e per questo uno strumento come la lira venne accolto in quelle terre della Calabria, esattamente le terre bagnate dal
Mar Ionio ed ancor più in particolare l’ultimo lembo di terra in provincia di Reggio Calabria noto storicamente come la Locride.
Questa terra ha dato accoglienza a tanti stranieri e da questi n’è stata influenzata ma, ha saputo anche trarne sue particolari caratteristiche. Dicevamo della lira, che sappiamo già
presente nel mondo greco e bizantino, e la Locride terra oltre ad ospitare invasori, ospita le loro costruzioni ma anche i loro strumenti, fu così che la lira entra con questo
nome, (Lyra), e ne esce con un altro ben più rimarcabile:Lira Calabrese. Esatto, i Calabresi hanno sviluppato quest’arte tanto da affibiargli il loro nome.
Avvenimenti storici, i primi modelli, come venivano costruiti e come venivano suonati arrivano sotto forma di indagini meticolose e non sempre facili, poichè è un’arte popolare che si muove
con la sonata a ballu, molto simile ma meno famoso, o usato della più conosciuta tarantella.
Dagli ’70 di questo secolo, quando era un movimento che stava andando a scemare, a causa della modernità e del poco interessamento dei giovani a questi strumenti costruiti unicamente in casa,
e spesso, chi la suonava lo costruiva per sè, lo strumento stava andando in disuso, ma, un cambiamento di rotta si ha negli anni ’80 dopo ricerche antropologiche e un nuovo sentimento di apertura
verso la musica etnica porta di nuovo in luce lo strumento.
Struttura dello strumento:
La lira si suona stando seduti, lo strumento viene appoggiato fra le ginocchia o sulla gamba sinistra. Con la mano sinistra si tiene il manico dello strumento e si tastano le corde lateralmente con le unghie mentre con la destra si sfrega l'archetto sulle corde.
Il repertorio tradizionale della lira in Calabria comprende sia l'accompagnamento al canto in varie forme, sia brani adatti al ballo (sonu a ballu), sia suonate per sola lira senza tempo definite ad aria. La lira, sempre per tradizione suonava o da sola o in un organico che poteva comprendere tamburello, chitarra battente e doppio flauto.